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Gli Ingegneri...

Ultimo Aggiornamento: 17/11/2004 10:12
09/08/2004 11:23
 
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Si dividono in due categorie: quelli veri e quelli immaginari, (pensati al solo scopo di dare un aspetto umano al curriculum).
In fondo a una pagina piena di "esperto in sistemi per l'ottimizzazione dell'ispezione visuale dei circuiti stampatì" o "progettìsta di sensorì piezoelettrici per il controllo strutturale", il paragrafo Hobby e Sport è vissuto dall'ingegnere come il momento della redenzione, l'ultima possibilità di non sembrare lo sfigato che in realtà è (o crede di essere).
E allora, come tutte le persone in difficoltà, si fa prendere la mano ed esagera: gli sport indicati non sono mai meno di quattro e non è solo roba banale tipo calcio o tennis: si va dal football americano al tiro con l'arco, passando per il chilometro lanciato; tanto, come fanno a controllare?
Certo, bisogna poi avere il coraggio di rispondere: "In gioventù" a un allibito capo del personale che, squadrando il fisico imbolsito del presunto superingegnere, gli chiede dubbioso: "Campione del mondo di snowboard?".
I più sofisticati inseriscono anche qualche disciplina orientale, tipo karate o judo, a indicare un perfetto connubio tra corpo e spirito. Il parallelismo con l'ingegneria, connubio tra tecnica e intelletto, è immediato. E' chiaro che per costruire un grattacielo nessuno sarà più adatto di un karateka e pazienza se ha preso solo 19 in Scienza delle Costruzioni.
E non si pensi che ogni ingegnere abbia un solo curriculum; al contrario, gli hobby sono inventati accuratamente in funzione della società alla cui porta si sta bussando. Si manda il cv a una multinazionale che pretende frequenti spostamenti? Hobby: viaggiare, imparare nuove lingue, collezionare modellini di treni e aerei. Si cerca lavoro nel ramo meccanica? "Adoro passare il mio tempo libero facendo dei lavoretti col tornio".
Il risultato è che se qualcuno davvero prendesse sul serio un simile curriculum, bollato come inguaribile fancazzista l'ingegnere troverebbe un posto solo come pi erre in una discoteca o come animatore al Club Med.
Ma come passa realmente il suo tempo libero un ingegnere? Quali sono i suoi veri hobby?
Intanto, se gli si rivolge questa domanda, l'ingegnere risponde d'impulso: "Non ne ho". Questo perché, inconsciamente, gli riesce difficile considerare "hobby" il programmare in Visual Basic (e come dar torto al suo inconscio?).
Bisogna allora essere più sottili e cambiare domanda: "Cosa fai quando non sei al lavoro?". Anche così, comunque, non si ottengono risposte significative; questa volta è la vergogna a bloccarlo. Se si riuscisse a piazzare una telecamera nascosta per scrutare nel suo tempo libero, però, si scoprirebbe che l'ingegnere passa le sue serate a disegnare circuiti integrati, a scrivere macro di Excel o a progettare un finto antifurto a led luminosi che inganni il ladro di passaggio.

10/08/2004 01:27
 
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Ehi, un mio amico lo ha comprato quel falso antifurto! Vuoi dire che...
10/08/2004 11:37
 
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Re: OT

Scritto da: IL PRODE BRATT 10/08/2004 1.27
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Ehi, un mio amico lo ha comprato quel falso antifurto! Vuoi dire che...



Che si è fatto fregare da un ingegnere affarista.

11/08/2004 19:40
 
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ah, si? esistono ingegneri col senso degli affari?


11/08/2004 19:55
 
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Certo che sì. Conosco molti ingegneri che a monopoli sono dei campioni. Mi fregano sempre il parco delle vittorie e il viale dei giardini.
12/08/2004 11:30
 
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:sofresco:
allora sono sulla strada buona...
Non perdo quasi mai a Monopoli e studio Ing.!

12/08/2004 12:04
 
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Cavolo io a Monopoli mi faccio prendere dalla sindrome del GDRista e comincio a CONTRATTARE con gli altri giocatori....."allora io mi impegno a garantirti due passaggi gratis su via Roma in cambio di piazza Giulio Cesare"....."ok facciamo così, ora non ho liquidità ma ti dò 150lire di acconto ed il 10% delle entrate di Vai Accademia per i prossimi tre giri...guarda per te c'è un guadagno netot di 50lire!!!".....[SM=x277149]


P.S.
NON sto scherzando....


12/08/2004 16:23
 
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A monopoli BISOGNA contrattare..e fare le ASTE!! come prevede il regolamento ufficiale! Diventa tutto un altro gioco.
12/08/2004 19:20
 
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L'invenzione che cambierà il mondo
Questo è il vero sogno di ogni ingegnere. E la parola "sogno" cade a fagiolo: generalmente è proprio al risveglio da un lungo sonno che l'ingegnere è convinto di aver avuto l'idea che cambierà la storia. A quel punto prenderà un periodo di aspettativa, si chiuderà in casa e ne uscirà due mesi dopo con il prototipo di una cyber mano per videogiochi che, collegata a un joystick, replichi esattamente i movimenti che la propria mano fa con un secondo joystick.
A quel punto, se la moglie vuole divorziare gli chiederà: "Ma a cosa serve?. Se invece gli vuole impartire una delusione più moderata gli dirà: "Bello. Ma credo che i giapponesi l'abbiano già inventato". Se lo ama ancora come ai primi tempi, gli darà una tisana e lo metterà a letto, sussurrandogli: "Geniale. Ma credo che il mondo non sia ancora pronto".

La carta stampata
Tra le letture dell'ingegnere c'è il quotidiano a tiratura nazionale, che acquista tutti i giorni e non legge mai. Il mensile in inglese, di solito il "National Geographic" o "Science", anch'esso mai letto ma che ha almeno l'onore di essere sfogliato (l'ingegnere guarda le figure, come in "Topolino"). Per la narrativa, i grandi classici, acquistati a botte di opere omnie, e qualche libro di fantascienza. In questo quadro apparentemente normale, l'occhio attento potrà scovare le prove dell'ingegnerità del padrone di casa. sul comodino, in mezzo a copie intonse di " Illustrato FIAT " e "Scienza e Vita", fanno capolino un paio di riviste specialistiche tipo "Lamiera" o "Saldature Moderne", con interessanti articoli sul mercato degli interruttori bífasicí pieni di appunti e sottolineature. Negli scaffali, tra un Proust e un Asímov, troviamo Il manuale del montaggio.
Ma il libro per eccellenza è il Manuale dell'Ingegnere, un'opera omnia che racchiude la summa del sapere tecnologico mondiale, prezioso riferimento nella sua vita di tutti i giorni; ogni sera, prima di dormire, una sfogliatina: come la Bibbia. Qualunque sia l'impiego dell'ingegnere, il manuale è sempre lì, a dargli una mano, a ricordare tutta la teoria che sta alla base della soluzione di ogni problema pratico.
Per problemi particolarmente complessi, dove anche il Manuale dell'Ingegnere nulla può, il nostro eroe rispolvera dalla preziosa teca in cui lo conserva il classico dei classici, l'unico libro che egli abbia veramente letto e amato in vita sua: il Manuale delle Giovani Marmotte.

12/08/2004 19:59
 
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il manuale delle giovani marmotte.... ma ultimamente in rete ci siamo dati al revival? ricordo che l'ho letto talmente tante volte che me l'ero imparato a memoria....!!1


13/08/2004 12:22
 
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IL SENSO DEL' UMORISMO
Fatto che può sorprendere chi non li conosce, gli ingegneri sono dotati di un grande senso dell'umorismo. Lungi dal renderli il fulcro di una serata, però, questo "dono" li isola ulteriormente dal resto del mondo.
Le battute sulle Serie di Fourier, infatti, sono divertentissime, ma quando solo altre due persone nella tua città sono in grado di capirle, il senso dell'umorismo è un ben misero dono.
E così, quando a fine cena scatta il momento delle barzellette, l'ingegnere si rabbuia, chiudendosi in se stesso, alla disperata ricerca di una barzelletta comprensibile o, peggio ancora, cercando di adattarne una al livello culturale dei commensali. In entrambi i casi è meglio sorvolare sul risultato.
Per dovere di cronaca, riportiamo una delle più divertenti barzellette mai raccontate da un ingegnere.
"C'è una festa di funzioni. Il Logaritmo parla con x1, Cos(X) sbircia nella scollatura di Sen(x), Tangente di x cura i suoi affari. Tutti si divertono un mondo, tranne ex, che se ne sta sola soletta in un angolo. Sen(x) le si avvicina e le dice: "Dai, non stare lì tutta sola, vieni a parlare con noi, integrati!".
"Eh, tanto è lo stesso ... ".
Nota: poiché non c'è niente di peggio che spiegare una barzelletta, l'autore si rifiuta di farlo.
Ancora più sorprendente, vista la nomea di noiosità che si portano dietro, è che nelle barzellette sugli ingegneri venga loro attribuito il ruolo del furbo/simpatico, quello che era riservato all'italiano nelle storielle con l'inglese e il francese.
Certo, in queste barzellette l'ingegnere va in giro con un fisico e un informatico e non ci vuole molto a svettare in una simile compagnia, ma resta la soddisfazione dell'essere considerato bene.
A titolo di esempio:
Un ingegnere, un fisico e un informatico fanno un viaggio in auto. A un certo punto l'auto si blocca.
L'ingegnere: "Prima ho sentito un rumore strano. Secondo me si è rotta la cinghia dell'alternatore, dovremmo provare a sostituirla".
Il fisico: "Hmmm, secondo me si è surriscaldato il motore, dovremmo aggiungere dell'acqua nel radiatore".
L'informatico: "Perché non proviamo a uscire e rientrare?".
Se invece prova ad aggirarsi da solo nel mondo delle barzellette, il nostro eroe non fa una gran bella figura:
Durante la rivoluzione francese, tra i condannati alla ghigliottina c'è anche un ingegnere. Prima di lui devono però essere giustiziati un nobile e un frate.
Il nobile sale sul patibolo e il boia gli chiede: "Vuoi essere giustiziato con la faccia in giù o rivolta verso il cielo?".
"Sono di sangue reale! Noi non chiniamo mai il capo!" e si sistema a faccia in su. Parte la lama e ... stonk! si blocca a pochi centimetri dal collo.
"Che quest'uomo vada libero! " ordina l'ufficiale che dirige le esecuzioni.
Tocca al frate: "Vuoi essere giustiziato con la faccia in giù o verso il cielo?" chiede ancora il boia.
"Voglio guardare il cielo, dove sta Nostro Signore" e anche lui si mette a faccia in su. Di nuovo la lama scatta e... stonk! Ancora una volta si ferma prima del collo del frate. "Che quest'uomo vada libero! " ripete l'ufficiale.
Per ultimo sale l'Ingegnere. Solita domanda cui anche l'Ingegnere risponde: "verso l'alto".
Il boia sta per calare la mannaia... "Alt!" grida l'ingegnere. "Fermi tutti, ho trovato il guasto! ".

23/08/2004 09:00
 
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Si può dire quello che si vuole, ma resta il fatto che comunque gli ingenieri sono sempre i migliori!!!
23/08/2004 14:39
 
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Il look
E' opinione diffusa che l'ingegnere non badi molto al proprio aspetto e si vesta in base a due soli principi: evitare la morte per congelamento ed evitare l'arresto per offesa al pudore. In realtà, analizzando più attentamente il look di un ingegnere, si nota non una totale assenza di cura e gusto, bensì un'attenzione al proprio abbigliamento "a digradare", dall'alto verso il basso, che riflette la disattenzione crescente con cui l'ingegnere si esamina allo specchio.
Pettinatura normale, ben rasato, gli occhiali potrebbero addirittura essere di Armani. La giacca è decente e la cravatta non ci sta poi così male (anzi, per una coincidenza fortuita, una delle paperette riprende il colore della giacca). Con la camicia iniziano le prime discordanze cromatiche. Indossati pantaloni e cintura, sempre gli stessi indipendentemente da cosa porta sopra, l'ingegnere perde ogni residuo interesse al tema "abbigliamento" e si arriva così all'orrore finale: i calzini, sfidando qualsiasi legge della probabilità, non sono mai in tinta con il resto dell'abito e talvolta neppure fra loro. Le scarpe... beh le scarpe devono solo essere comode e calde; a questo proposito è solo un ultimo barlume di self-control che impedisce all'ingegnere di presentarsi al lavoro calzando dei moon-boot


24/08/2004 14:06
 
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La conversazione
Essendo una persona colta e intelligente, conversare con un ingegnere sarebbe un'esperienza piacevole, se non fosse per la sua mania di voler sempre spiegare tutto a chiunque. Nei cromosomi dell'ingegnere è infatti scritto a chiare lettere il desiderio di migliorare l'umanità. Per questo motivo egli è tecnologicamente incontinente": tenere per sé le proprie conoscenze gli sembra un atto di egoismo inconcepibile ed è facile trovarlo intento a spiegare le basi teoriche della fissione nucleare a un'allibita platea di zie poco competenti e ancor meno interessate. Il genere di argomenti affrontati fa di lui un oratore incontrastato: quando attacca a spiegare l'albero a camme la platea si paralizza per paura che un colpo di tosse, un movimento del capo o un barlume di vita nell'espressione possa essere scambiato per un segno di interesse e interpretato come incoraggiamento ad andare avanti.
Insomma, l'ingegnere è vinto dalla paura che gli altri possano non capire, che possano male interpretare qualcosa. Per questa ragione spiega ogni sua idea, e dopo averla spiegata la rispiega, cercando di renderla più semplice con l'ausilio di esempi pratici. Quello che voglio dire è che un ingegnere, preso dalla smania di farsi capire, perde un po' di vista la realtà e si incaponisce nella spiegazione e rispiegazione di concetti ormai chiarissimi, inframmezzando il discorso con un repetita juvant ogni tre frasi, e se qualcuno non lo fermasse egli potrebbe anche andare avanti all'infinito, perché secondo lui...

31/08/2004 13:51
 
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La curiosità
L'ingegnere è un gran curiosone. Come al solito, questa sua caratteristica non è rivolta verso la vita di tutti i giorni: a lui non importa sapere con chi si è messo il tale o con chi ha litigato il tal altro. La sua curiosità è rivolta al mondo degli oggetti. Egli cerca sempre di capire come funzionano le cose. Appena ha un attimo libero, prende un apparecchio, lo smonta tutto e dice: "Aah, ecco come funzionava".
Da notare il corretto uso del passato, visto che nove volte su dieci il pezzo non tornerà mai più quello di una volta. L'ingegnere è a tal punto assorbito dalla magia dei funzionamento che, anche di fronte a un apparecchio mai visto, egli non si chiede: "A cosa serve?", ma "Come funziona?". Diretta conseguenza di questa deformazione mentale è, sul lavoro, la produzione di complicatissimi marchingegni che funzionano perfettamente ma non servono a una mazza.
Gli psicologi avrebbero buon gioco nel risalire alle cause di questo comportamento: tutto nasce da una bugia detta da bambino quando, dopo aver irrimediabilmente rotto la radio, l'ingegnere in erba dice al papà "Volevo capire come funzionava". La reazione del padre, che si commuove e lo porta a esempio con i parenti, gli fa capire che quella è la strada giusta: è nato un nuovo smontatore folle.
Per lo stesso motivo, l'ingegnere è facilmente riconoscibile quando porta la macchina dal meccanico o chiama il tecnico della caldaia, perché si piazza immediatamente alle sue spalle per vedere cosa fa, tempestandolo di domande sul funzionamento di ogni singolo pezzo, cercando di aiutarlo ma, di fatto, rendendogli il lavoro ancora più complicato.

31/08/2004 15:24
 
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Mi ricorda qualcuno....mio padre non è ingegnere ma è un autentico aggeggione!

Quando qualcuno deve venire a fare dei lavori in casa mia sa perfettamente che dopo gli occorrerà un posto alla neuro...:silly:

Sarà una mente ingegnereristica non evoluta???:scratch:
01/09/2004 13:50
 
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L'amore per le novità
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, si sa. A puntuale riprova di questo detto, la maggior parte delle invenzioni, anche quelle che hanno cambiato il mondo, sono state accolte da scetticismo e manifestazioni di scherno.
Dei primi treni, che "sfrecciavano" a 25 km/h nelle campagne inglesi, si diceva che andavano troppo veloci, mentre delle prime automobili si disse che non avrebbero mai potuto sostituire il cavallo. Il direttore generale del Ministero delle Poste americano definì "completamente idiota" l'idea dell'illuminazione elettrica, mentre il suo collega inglese rifiutò il telefono perché c'erano già abbastanza fattorini.
Insomma, gli ingegneri sono abituati a scontrarsi con l'ottusità dei loro finanziatori e non vi prestano neanche più attenzione. Per loro il problema è un altro. Come delle Cassandre tecnologiche, essi vedono il futuro e abbracciano con entusiasmo qualsiasi novità, purché contenga almeno 30 microchip e un'ottantina di funzioni automatiche. Il dramma è che, in quanto precursori, si trovano da soli in un deserto di persone scientificamente primitive e non sanno con chi condividere le gioie del progresso.
Si pensi al dramma di chi comprò il primo televisore (sicuramente un ingegnere) e si ritrovò a fissare per mesi uno schermo con scritto "prova", tentando di convincere i propri amici di aver fatto un buon acquisto. Oppure la situazione in cui si sono venuti a trovare Meucci, Bell e Popov, uno italiano, uno americano e uno russo, ognuno dei quali sostenne di aver inventato il telefono. Indipendentemente da chi ebbe l'idea per primo, è certo che i tre potevano solo telefonarsi tra loro ("oh, squilla il telefono. Suspense. Sarà Bell oppure Popov?"), non capendo niente di quello che si dicevano e spendendo milioni in telefonate intercontinentali.
Ciò nonostante, la sola idea di poter dire " io ho comprato il primo computer" manda gli ingegneri in solluchero ed è per questo che, nelle soffitte delle loro case, è facile trovare cumuli di inutilizzatissimi quanto costosi videotelefoni, televisori a schermo largo e videoregistratori betacam, tutti idealmente accomunati dal pensiero "Chissà come mai non hanno avuto successo? Funzionavano così bene ".

02/09/2004 19:15
 
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Per quanto riguarda il betamax, è effettivamente un mistero insoluto.


02/09/2004 19:22
 
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Qualcuno dà la colpa al fatto che non ci fosse pornografia (mentre il VHS non dava alcuna limitazione).

I difetti di un sistema proprietario...
02/09/2004 19:35
 
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Il marchio indelebile
Per motivi oscuri, un sacco di gente adora pronunciare la parola ingegnere. Chi lo è, può stare sicuro che tutti glielo ricorderanno continuamente, facendo squillare gaiamente questo appellativo ogni volta che lo incrociano. "Buonasera Ingegnere! Buongiorno Ingegnere! " non scorderanno mai di precisare il vicino di casa, il benzinaio, il meccanico, l'edicolante... mentre nessuno al mondo si rivolgerebbe a un laureato in un'altra disciplina scientifica con un cordiale: "Buongiorno Fisico!" o "Buongiorno Matematico!".
E questo nonostante la qualifica di ingegnere non corrisponda affatto a un mestiere (gli ingegneri, notoriamente, sono in grado di fare qualsiasi lavoro, perché quello che conta è la "struttura mentale") ma semplicemente a una laurea. Insomma, per colui che un tempo si chiamava Fabrizio, Giorgio o Matteo, "ingegnere" diventa una sorta di marchio indelebile che lo accompagnerà fino alla morte, che faccia un vero lavoro da ingegnere o che sia disoccupato, che sia in pensione o che abbia completamente cambiato mestiere ("Devo andare a farmi otturare un molare dal mio ingegnere").
A uso degli ingegneri, possiamo provare a individuare le tre principali motivazioni di un simile comportamento. Una persona ti chiamerà ingegnere se:
· Non si ricorda come ti chiami (Esempio tipico: il capo quando fa il giro degli uffici con un cliente importante: "Le presento... ehm... il nostro ingegnere").
· Ti sta prendendo per il culo (i vicini di casa, il giorno dopo l'iscrizione all'università: "Allora, come sta il nostro ingegnere?").
· Sta cercando di fregarti (il fotografo che ti salta addosso appena hai messo piede fuori dall'aula magna, mezzo secondo dopo esserti laureato. "Ingegnere, lo vogliamo prendere il ricordo della tesi? Sono solo 250.000 lire per quattro foto, un vero affare").

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